Porta Flaminia, Piazza Del Popolo, Chiesa Di S.Maria Del Popolo
Porta Flaminia, oggi Porta del Popolo, è un’antica porta romana inserita sul lato nord est delle Mura aureliane.
Era la porta dei trionfi, quella da cui tornavano vincitrici le legioni romane dalle campagne nel Nord Europa prima di acquartierarsi nel Campo Marzio, nell’area tra il Tevere e il Mons Citorium e sfilare sulla via Sacra all’interno dei Fori.
La via Flaminia, da cui prende il nome la Porta, era una della vie consolari che in epoca romana aveva inizio alle pendici del Campidoglio e proseguiva in direzione nord est della penisola.
La Porta fu interamente rifatta, nella facciata esterna, da Nanni di Baccio Bigio nel 1562-65, a un solo arco fra due coppie di colonne provenienti dalla basilica di San Pietro in Vaticano, che sorreggono una trabeazione dorica sormontata da una grande lapide commemorativa del restauro e dallo stemma papale sorretto da due cornucopie. Nel 1638 tra le colonne vennero aggiunte le statue dei santi Pietro e Paolo opera di Francesco Mochi.
La facciata interna, fu invece opera del Bernini, eseguita in occasione della venuta a Roma nel 1655 di Cristina di Svezia, la regina convertita al cattolicesimo.
L’ampio fornice è compreso tra due coppie di lesene doriche e sull’attico troviamo l’iscrizione “felici favsto[qve] ingressvi anno dom[ini] MDCLV” (per un ingresso felice e fausto, nell’anno del Signore 1655) che si riferisce appunto all’ingresso di Cristina da Porta Flaminia.
La piazza che si apre dopo la Porta è affascinante, ampia, scenografica, un capolavoro urbanistico neoclassico dell’architetto Valadier, che dal 1793 si occupò di sistemare tutta l’area e il giardino del Pincio.
Delimitano la piazza intorno alla porta due bassi corpi di fabbrica simmetrici disegnati dal Valadier che mascherano da un lato la Caserma G. Acqua e dall’altro lato il fianco della Chiesa di Santa Maria del Popolo.
Al centro della piazza si erge l’Obelisco Flaminio, alto 24 metri, tra i due più antichi esistenti a Roma unitamente a quello in piazza in Laterano. Entrambi gli obelischi provenivano da Eliopoli, si trovavano davanti al Tempio del Sole ed erano stati eretti dai Faraoni Ramesse II e suo figlio Mineptah (1232-1200 a. C.).
Portati a Roma sotto l’Impero di Augusto, furono sistemati nella spina mediana del Circo Massimo. Fu poi Papa Sisto V che nel 1589 lo fece innalzare in piazza del popolo, mentre Papa Leone XII ne fece ornare il basamento da Valadier che inserì la magnifica fontana a quattro vasche e i leoni di marmo.
Di fronte si apre lo scenografico imbocco di via del Corso con le due strade laterali di via del Babuino e via di Ripetta con ai lati le due Chiese di S. Maria in Montesanto e S. Maria dei Miracoli, iniziate intorno alla metà del 1600 e terminate attraverso diversi interventi architettonici del Bernini e del Fontana, prima delle sostanziali modifiche urbane del Valadier.
Sul lato destro della Piazza, alle pendici del Pincio si erge la Basilica di Santa Maria del Popolo, tra le chiese più belle di Roma. Nata come piccola cappella fatta costruire da Papa Pasquale II a spese del Popolo Romano, da cui il nome della Chiesa del popolo, secondo la leggenda fu eretta sulla tomba dei Domizi, in cui era stato sepolto Nerone, per scacciarne lo spirito. Più probabilmente la sua costruzione si deve alla volontà di celebrare la conquista di Gerusalemme, avvenuta nel luglio dello stesso anno, nel 1099, a conclusione della I Crociata.
La Chiesa, fu poi ampliata e modificata profondamente negli anni 1472-77 sotto Papa Sisto IV da Baccio Pontelli e Andrea Bregno, da Meo del Caprino e Bramante.
La facciata, bella ed elegante, è tra i migliori esempi del Rinascimento romano e si eleva su una alta zoccolatura che la divide in tre campate: in quella centrale e sul portale maggiore si erge la cupola a timpano, in quelle laterali, portali minori sormontati da alte finestre centinate.
L’interno è leggiadro, a croce latina, diviso in tre navate con ampie arcate e cappelle laterali che racchiudono autentici monumenti e opere d’arte, alcune delle quali delimitate da balaustre rinascimentali ornate da ricchissime decorazioni.
Sull’altare maggiore è presente una tavola della Madonna del Popolo attribuita a S. Luca, opera bizantineggiante del principio del secolo XIII.
Dietro l’altare, due grandiose sculture sepolcrali a forma di arco trionfale, opera massima e capolavori di Andrea Sansovino, segnano il passaggio tra l’arte del Quattrocento e il Rinascimento, in cui i defunti non sono più rappresentati supini, come nei monumenti del periodo precedente, ma dormienti con la testa posata sul braccio.
Nella volta sono presenti gli affreschi del Pinturicchio, (l’Incornazione di Maria, gli Evangelisti, le Sibille, i Padri della Chiesa) e le bellissime vetrate dipinte a fuoco da Guglielmo di Marcillat con fatti della vita della Madonna e di Gesù.
A sinistra della prima cappella troviamo l’Assunzione , grande affresco di Annibale Carracci e a seguire i due grandissimi Conversione di S. Paolo e Crocifissione di S. Pietro, capolavori inestimabili del Caravaggio.
La cappella di Agostino Chigi invece fu realizzata su disegno di Raffaello, come pur di Raffaello furono i cartoni dei mosaici della cupola raffiguranti Dio creatore del firmamento e intorno i simboli del Sole e dei sette pianeti.
La Basilica di S. Maria del Popolo è nella sua interezza un complesso monumentale grandioso, che racchiude sculture e affreschi della grande scuola italiana del Rinascimento e del Barocco: oltre agli artisti già citati, vide la presenza della scuola del Bregno, del Salviati, del Bernini, di Capponi, Morandi, Algardi, Sebastiano del Piombo e Lorenzetto.