Il Circo Massimo

Situato nella Valle Murcia, area pianeggiate su cui affaccia il Colle Palatino, là dove fronteggia l’Aventino, il Circus Maximus è il più grande edificio per lo spettacolo dell’antichità e uno dei più grandi di tutti i tempi con i suoi 600 m di lunghezza per 140 m di larghezza.

Litografia Circo MassimoEra dedicato ad ospitare le corse dei cavalli e gli spettacoli pubblici legati alle feste religiose romane, i “Ludi Romani”, in onore di Giove che si tenevano ogni anno a settembre, con 15 giorni di corse spettacolari di carri e sfilate militari.
Essendo il più grande stadio romano, in esso si svolgevano anche tutte le competizioni sportive. Una delle forme più popolari di intrattenimento erano le corse delle quadrighe, un carro trainato da quattro cavalli, da cui il nome di quadriga.
La storia del Circo Maximo è la storia stessa di Roma. Fatto realizzare dal mitico Tarquinio Prisco, V Re di Roma, con una struttura in legno, fu ampliato da Augusto che fece realizzare il palco imperiale sul Palatino, e porre al centro dello stadio, come decorazione, il grande obelisco di Ramses II, proveniente da Eliopoli, collocato sulla spina, la lunga e larga muraglia intorno a cui giravano le quadrighe. Oggi l’obelisco si trova al centro della fontana in piazza del Popolo.
Un altro obelisco fu aggiunto poi dall’Imperatore Costanzo, nel quarto secolo d.C., oggi collocato in Piazza S. Giovanni.
Le corse dei carri si sono svolte qui per quasi un millennio. Un quarto della popolazione di Roma di quel tempo, circa 250.000 persone, poteva essere ospitata in questo gigantesco stadio. L’esterno del circo presentava un fronte impressionante di gallerie in cui erano ubicate le tabernae per soddisfare le esigenze degli spettatori.
L’ultima gara al Circo Massimo si tenne nel 549 d.C., quasi un millennio dopo le prime gare. Oggi è conservato solo lo schema del circo originario, coperto da un grande prato verde, mentre le strutture dello stadio sono state abbattute e utilizzate come materiale per le costruzioni medievali e rinascimentali.