Il Colle Campidoglio
La storia del Campidoglio è talmente vasta da coprire i quasi tremila anni dalle prime notizie che ci sono pervenute tra realtà e leggenda.
Questo colle, il più basso dei famosi sette, solo 40 metri sul livello antico del Foro, e il meno esteso, è però il più ricco di avvenimenti storici della Roma antica e di monumenti, dove erano ubicati gli edifici religiosi più significativi.
Si componeva di due sommità, il Capitolium propriamente detto e l’Arx, tra i due una zona pianeggiante denominata Aslyum che corrisponde oggi all’attuale Piazza del Campidoglio come tramandataci dal progetto di Michelangelo.
La tradizione narra di un centro abitato, forse il più antico sorto nell’area della futura Roma, che sarebbe stato fondato da Saturno. In effetti un antichissimo culto del Dio, sulle pendici meridionali del colle, verso il Foro Romano, trova riscontro in età regia, dove venne eretta l’ara Saturni, successivamente sostituita da un tempio, con quattro colonne ancora visibili e dove era collocato il tesoro di Roma. Come hanno provato recenti scavi nell’area sottostante di S. Omobono, Il Campidoglio fu abitato effettivamente sin dall’età del Bronzo. Qui sarebbe sorta la città di Saturnia, fondata appunto dal Dio Saturno, o un villaggio fondato da Ercole che, come racconta Virgilio nell’Eneide, aveva navigato il fiume per far visita a Evandro, re di Pallanteo, la colonia greca eretta sul Palatino prima che Romolo fondasse Roma.
Il Campidoglio, o Mons Capitolinus (Monte Capitolino), da cui deriva la parola inglese “Capitol”, cioè Palazzo del Governo, e la parola “Capitale”, nel significato di città dove risiede il governo, rappresentò il luogo più sacro di Roma, l’acropoli, dove aveva sede il tempio di Giove sul Capitolium e la Triade Capitolina sull’Arx con Giunone Moneta e Minerva.
L’accesso al colle avveniva attraverso un’unica strada, il Clivus Capitolinus, che partiva dal Foro Romano come continuazione della Via Sacra ed arrivava all’Area Capitolina, dinanzi al Tempio di Giove.
Nell’83 a.C. un gravissimo incendio distrusse il Campidoglio, compreso il venerando tempio di Giove. I templi furono ricostruiti e sul fianco del colle fu sistemato anche il grande Tabularium ossia l’archivio di stato romano, che grande ruolo ebbe soprattutto in epoca imperiale e in quelle successive, consultato dagli storici latini dal cui lascito ci è pervenuta la storia di Roma.
In età imperiale, dopo la morte di Cesare nel 44 a.C., i principali monumenti sul Campidoglio erano il Tempio di Giunone Moneta a destra e il Tempio di Giove Ottimo Massimo a sinistra. Ai piedi del Mons Capitolium a cui si accedeva dalla Scala Gemonia erano il Tabularium, il Tempio della Concordia, l’Umbilicus Urbis, l’Ara del Dio Vulcano. Sul lato destro la Curia Giulia, la Basilica Emilia con le Tabernae novae o argentariae, il Sacello di Venere Cloacina, la Colonna rostrata di Duilio e la Tomba di Romolo.
Nel Medioevo, quando i templi romani erano ormai abbandonati e in rovina, il Campidoglio dopo tanto splendore, diventò Monte Caprino, dove pascolavano le capre.
La rinascita del Campidoglio avvenne nel 1144 con il sorgere del Palazzo Senatorio, edificato riadattando i resti del Tabularium, dove si costituì il nuovo Senato Romano ossia il Comune, sulla stessa scia degli altri Comuni italiani, quale ente autonomo tra le diatribe tra Papato e Sacro Romano Impero,
Fu nel corso del Trecento che il palazzo cominciò a chiudersi come una fortezza, molte arcate dei loggiati furono tamponate e torri contrafforte, costruite dai Papi fino a Niccolò V (1451), rinforzarono i fianchi del possente edificio dominato da una torre merlata quattrocentesca.
La sistemazione dei Palazzi e della Piazza, come oggi la vediamo e come noto, è opera di Michelangelo Buonarroti, incaricato da papa Paolo III Farnese che, in occasione della visita a Roma di Carlo V, voleva dare all’Imperatore un’immagine di grandezza e di fascino dell’antica Roma.
Michelangelo realizzò il progetto di sistemazione della piazza, pensando di rinnovare le facciate del Palazzo Senatorio e del Palazzo dei Conservatori e di costruire un terzo edificio, il Palazzo Nuovo, così da formare una piazza di forma trapezoidale abbellita da sculture classiche, e disegnò la pavimentazione. I lavori iniziarono nel 1546 ma andarono così a rilento che Michelangelo fece in tempo a sovrintendere soltanto alla doppia scalinata che porta all’ingresso del Palazzo Senatorio. La piazza fu completata solo nel XVII secolo, in modo fedele al progetto originario.
Michelangelo immaginò la monumentale scalinata a doppia rampa, che svolge la triplice funzione di accesso alla nuova progettata aula del Senatore, raccordo plastico tra la piazza e il palazzo ed elegante ambientazione architettonica per le due colossali statue antiche del Nilo e del Tevere.
La grande scalinata, progettata da Michelangelo negli anni 1537-1582, fu poi realizzata da Giacomo della Porta che la completò solo nell’ultimo decennio del Cinquecento e presenta alla base una coppia di leoni egizi di basalto nero con venature rosse rinvenute nell’Iseo Campense. Sulla sommità della scalinata, chiamata anche Cordonata, ai lati, furono poste le due colossali statue dei Dioscuri di epoca romana, i gemelli Castore e Polluce con i loro cavalli provenienti dagli scavi al Ghetto ebraico.
L’antica torre quattrocentesca del Palazzo Senatorio fu sostituita dalla grandiosa torre campanaria realizzata dall’architetto Martino Longhi il Vecchio tra il 1578 e il 1582.
Al Centro della Piazza, rivolta verso S. Pietro, con pavimentazione dal disegno centrifugo, Michelangelo realizzò un elegante podio su cui volle porre un simbolo della Roma imperiale, la statua equestre dell’imperatore Marco Aurelio.
La statua celebrativa di Marco Aurelio è l’unica statua equestre pervenuta integra fino ad oggi. Eretta probabilmente nel Foro nel 176 a seguito delle vittorie dell’Imperatore sui barbari.
A lungo identificata come la statua di Costantino, primo imperatore a convertirsi al Cristianesimo, era rimasta per molto tempo collocata al Laterano sfuggendo al destino di tutte le statue romane in bronzo che furono fuse per ricavarne i cannoni di Castel S. Angelo.
Dal 1143 con l’istituzione dell’autorità cittadina del Senato fu portata sul Campidoglio, dove già si trovava quando Michelangelo ne fece il fulcro del suo nuovo progetto urbanistico.
Dal gennaio 1981 la statua è stata rimossa dal basamento e portata all’interno dei Musei Capitolini, mentre sul basamento michelangiolesco è stata collocata una copia in bronzo.