Il Colle Palatino

Il Palatino è uno dei famosi sette Colli di Roma, insieme al Germalo (la propaggine del Palatino verso il Tevere), la Velia (verso l'Esquilino), il Fagutale, l'Oppio e il Cispio (oggi tutti compresi nell'Esquilino) e la Suburra (in direzione del Quirinale), rappresentò da sempre per i romani il luogo “sacro” che aveva dato i natali alla città.

Litografia PalatinoCon l’espansione di Roma anche l’urbanistica mutò e i Colli presero l’attuale configurazione:

    • Aventino
    • Campidoglio
    • Celio
    • Esquilino
    • Palatino
    • Quirinale
    • Viminale

Su colle Palatino, isolato dagli altri e in posizione dominante sul Tevere, in prossimità dell’Isola Tiberina, e sul mercato del Foro Boario, gli stessi antichi avevano collocato la leggendaria “fondazione” di Roma e il “solco quadrato” tracciato da Romolo il 21 aprile dell’anno 754/3 a.C.

Al di là della leggenda, sul colle sono venuti in luce resti di capanne della prima età del ferro che documentano inequivocabilmente la presenza di un abitato nel luogo stesso dove la tradizione collocava la “casa Romuli“, ossia la capanna del mitico fondatore.

Si tratta certamente di uno dei villaggi abitati da epoca lontanissima, quasi certamente il principale, che nel tempo dettero vita a Roma, come ad un vero e proprio organismo urbano.

Del resto godeva di una posizione tale da cui si poteva facilmente controllare ed organizzare il sottostante punto di approdo, di passaggio, di mercato, che fu il Porto Tiberino con l’annesso Foro Boario. Situato sull’attraversamento naturale del Tevere (Isola Tiberina) e di incontro e scambio tra le genti che sin da epoca remota frequentavano la zona (area del Foro Boario), il colle Palatino costituì per questo un importante centro di aggregazione umana sociale.

Anticamente il Palatino era chiamato Palatium, secondo alcuni il nome deriverebbe da Pallantion, città dell’Arcadia da cui emigrarono il principe Evandro ed i suoi. Per altri invece da Pallante, antenato oppure figlio di Evandro. Per altri ancora da Pales, Dea dei pastori, oppure da Palatium, mitica città della Sabina. Fatto sta che in età imperiale il termine Palatium iniziò ad indicare il palazzo imperiale.

Fu Augusto che nel 44 a.C decise di trasferirvi la sua dimora. Da allora, quasi tutti gli imperatori andarono ad abitare sul Palatino, che a poco a poco si trasformò in un’unica sontuosa dimora regale: Palatium, il Palazzo per eccellenza, il luogo del potere costituito, come fu chiamato il complesso dal nome del colle.

Il primo vero e proprio palazzo imperiale fu costruito dal successore di Augusto, Tiberio, ed ampliato da Caligola, che lo estese fino ad affacciarsi sul Foro Romano.
Claudio e Nerone, tra il 41 e il 64 d.C., vi eressero la cosiddetta Domus Transitoria che poi bruciò nel grande incendio dell’anno 64 senza essere più ricostruita.
Ma fu soprattutto Domiziano che, tra l’81 e il 92 d.C., sopra i resti della precedente Domus e occupando anche tutte le altre zone rimaste libere, fece innalzare un nuovo, più grandioso palazzo, la Domus Augustana.