Elizabeth Vassall
Una luce sociale che ha illuminato e adornato l'Inghilterra, e persino l'Europa, per mezzo secolo.
Nata nel 1771, figlia di Richard Vassall e Mary Clarke, Elizabeth Vassall è bella, intelligente e vivace, ed erede di una considerevole fortuna. La sua famiglia, infatti, possiede diverse piantagioni in Massachussetts e in Giamaica, dove si sono arricchiti con il commercio degli schiavi.
All’età di quindici anni, viene data in sposa a Sir Godfrey Webster, baronetto dell’alta società inglese e membro parlamentare, che di anni ne ha quarantotto e verso il quale non riuscirà a nutrire nessun sentimento d’amore. Non fu un matrimonio felice ma le regalò la cosa che desiderava più ardentemente: l’opportunità di viaggiare e scoprire il mondo.
Per sfuggire alla routine della noiosa vita di reclusione domestica a Battle Abbey, Elizabeth intravede una via di fuga in quel viaggiare che all’epoca era in gran voga: il Grand Tour. Un attraversamento della Francia, della Germania e dell’Austria per giungere in Italia dove visitare le città d’arte, le località archeologiche, le bellezze paesaggistiche e intrattenersi con la gente del luogo.
Un lungo peregrinare nelle capitali della penisola che si protrarrà dal 1791 al 1796, durante il quale diventa sempre più evidente la distanza tra i coniugi: la propensione della donna a isolarsi per leggere e a rinchiudersi in sé stessa esaspera Webster che non esita a strapparle di mano i libri mentre Elizabeth lamenta di non essere riuscita a vedere la maggior parte delle collezioni d’arte perché costretta dall’intemperanza del marito a procede troppo di fretta.
L’analisi dei diari mostra un aspetto interessante: l’attenzione all’antropologia e allo sviluppo sociale dell’Italia, mischiata alla descrizione delle turbolente vicissitudini personali. Davanti ai monumenti e alle raccolte d’arte mostra un atteggiamento di curiosità e disarmo tipico di chi vuole apprendere. Nei confronti delle istituzioni scientifiche la curiosità si unisce a uno sguardo maggiormente consapevole, probabilmente frutto di un’infarinatura di stampo baconiano. Nei diari, infatti, vi è la testimonianza di come nel 1794 Lady Webster scelga di far vaccinare i figli contro il vaiolo, attraverso un metodo basato sulla pratica dell’innesto, cioè l’inoculazione del virus in un soggetto sano, aprendo la strada a un nuovo approccio medico in ottica moderna, quello della profilassi.
Un’altra interessante informazione riguarda la frequentazione di corsi di chimica nel 1792 a Torino, dove Elizabeth osserva un esperimento di stimolazione elettrica su una rana. Si tratta dello stesso esperimento che colpirà l’immaginazione di un’altra giovane inglese durante il suo Grand Tour in Italia, al punto tale da ispirarne il suo capolavoro letterario. La donna si chiama Mary Shelley e il libro che vedrà la luce è Frankenstein.
Nel 1794, durante un soggiorno a Napoli, Lady Webster viene presentata al giovane Henry Richard Fox, appena giunto dalla Spagna. Tra i due si instaura subito una bella amicizia che si trasformerà presto in un amore travolgente. In quegli anni Lord Webster è costretto a tornare spesso in Inghilterra e Elizabeth e Lord Holland viaggiano insieme a Napoli, Roma, Bagni di Lucca e Genova. Ma è a Firenze che la sua vita cambierà, nella casa dove si cementerà l’amore tra lei e Lord Holland da cui scopre di aspettare un figlio nell’aprile del 1796.
Cosa fare? Una donna che chiede il divorzio viene messa al bando, perde i diritti sui figli e la posizione economica, non viene più ammessa a corte né può frequentare gli ambienti dell’alta società. Consapevole di quanto l’aspetta, a Elizabeth non resta altro che lasciare Firenze e affrontare lo scandalo. Non prima però di cercare di limitare i danni mettendo in atto una macabra messa in scena, riportata anche da Lord Byron nei suoi versi, con la morte fittizia della figlia e il suo occultamento al fine di tenerla lontana dal padre per potervisi quindi ricongiungere passata la tempesta.
Dopo il divorzio per lei, ancora giovane, inizia una seconda vita allietata dall’amore corrisposto da un uomo mite, socievole e di buon carattere e da altri figli, una vita che necessitava di una ricostruzione dei rapporti sociali, soprattutto per favorire la carriera politica del secondo marito. Grazie alla sua mentalità cosmopolita e alle sue capacità organizzative Holland House, a Kensington, diventa presto il centro vitale delle aspirazioni politiche e degli affari della famiglia Fox e punto di riferimento della cultura internazionale.
La dimora diventa famosa per essere il luogo di incontro dell’élite della società Whig e Lady Holland riesce a radunare nel suo celebre “salotto” i maggiori esponenti della società politica e letteraria, annotando accuratamente tutti gli ospiti nei suoi diari. Tra i visitatori abituali ci sono figure politiche di spicco come Lord Grey e George Tierney, insieme a scrittori come Samuel Rogers, Walter Scott, esuli e fuoriusciti come Ugo Foscolo, oltre ad intellettuali come Sydney Smith e Richard Brinsley Sheridan. Su tutti domina la figura di Lady Holland, donna affascinante e dalle mille contraddizioni, celebre per la sua personalità spesso prepotente, in netto contrasto con quella più mite del marito. Amabile e sgradevole, scettica e superstiziosa allo stesso tempo, terrorizzata dai fantasmi ma non timorata di Dio, molti, tra cui l’attrice Fanny Kemble, la descrissero come estremamente autorevole, talvolta addirittura sgarbata.
Entrambi Lord e Lady Holland sono ammiratori accaniti di Napoleone Bonaparte. Elizabeth commissiona persino un busto in bronzo di Napoleone ad Antonio Canova e lo colloca nei giardini di Holland House. Dopo l’esilio di Napoleone a Sant’Elena, la donna gli invia rifornimenti di cibo e centinaia di libri. Questa gentilezza le vale un riconoscimento speciale da parte di Napoleone nel suo testamento. Dopo la morte di Napoleone, i suoi compagni arrivano a Holland House, consegnando una tabacchiera d’oro che era stata donata a Napoleone da Papa Pio VI. Lady Holland lascerà poi questa tabacchiera in eredità al British Museum.
Alla morte di Lord Holland nel 1840, Lady Holland continua ad essere una figura influente nella vita sociale e intellettuale inglese e a ospitare i salotti letterari e politici nella sua nuova residenza a South Street, ereditata dalla madre, fino alla sua morte nel 1845.
Charles Greville la definì “una luce sociale che ha illuminato e adornato l’Inghilterra, e persino l’Europa, per mezzo secolo”. Lady Elizabeth Webster Holland rimane un esempio straordinario di determinazione e influenza nella società del suo tempo.