Hester Thrale Piozzi (1741-1821)
Ha perseguito le proprie passioni e sfidato le convenzioni sociali dimostrando che anche una donna poteva essere intellettualmente indipendente.
Hester Lynch Piozzi , fino a vent’anni fa conosciuta come Mrs. Thrale, cognome del primo marito, rientra di diritto tra le scrittrici più prolifiche del secondo Settecento inglese, insieme a Jane Austin e Lady Montagou, con le quali condivide non poche affinità biografiche e stilistiche. La sua vita, poi, è da considerarsi un’opera a sé stante sul tema della condizione delle letterate tra Settecento e Ottocento.
Nata nel 1741 nel Galles in una delle più importanti famiglie di proprietari terrieri, la giovane Hester Lynch Salusbury riceve dai genitori un’educazione umanistica che farà nascere in lei il desiderio di approfondire la scrittura come forma artistica e professionale.
All’età di soli ventidue anni deve però fare i conti con una dura realtà: dopo il fallimento del padre a causa di alcuni disastrosi investimenti, è costretta ad un matrimonio combinato con Henry Thrale, un ricco fabbricante di birra. Questa unione, complessa e dolorosa da un lato, perché segnata anche dalla morte di otto dei suoi dodici figli e diversi aborti spontanei, le consente però l’accesso a una vasta rete di conoscenze e alle risorse finanziarie necessarie per condurre una vita di lusso e cultura.
La sua casa a Streatham Park, a pochi chilometri da Londra, diventa un centro di ritrovo per intellettuali e artisti dell’epoca, tra cui il pittore Joshua Reynolds, lo scrittore Oliver Goldsmith, l’attore David Garrick, la scrittrice Fanny Burney, il filosofo Edmund Burke. Agli anni con Henry Thrale risale anche la conoscenza con Samuel Johnson, che dal 1766 diventa ospite fisso della casa e ne fa un salotto letterario frequentato da personalità artistiche di spicco. Samuel Johnson critico letterario, poeta, saggista, biografo e lessicografo, noto per il suo acuto spirito e la sua saggezza ,è legato da profondo affetto a Hester Thrale, alla quale dedica anche due componimenti in versi. La loro corrispondenza, che copre un periodo di oltre 20 anni, è un’importante testimonianza della loro amicizia. Le annotazioni sulla vita di Johnson, che Hester Thrale era solita inserire nei suoi diari, verranno utilizzate dalla donna in Anecdotes on the late Samuel Johnson (1786) e Letters of Samuel Johnson (1788), che ci restituiscono uno sguardo unico sulla vita e la personalità del letterato e la scena letteraria del suo tempo. Queste opere mostrano tutta la sua curiosità e abilità nel ritrarre la società e la cultura del XVIII secolo. La sua capacità di cogliere l’essenza di Johnson e della sua cerchia intellettuale in modo così vivido infatti ha reso possibile una migliore comprensione di quella epoca.
Nel 1781 inizia per Hester una nuova vita: Henry Thrale muore e la donna si innamora del musicista e compositore italiano Gabriele Piozzi, che sposa nel 1784. Hester è una figura pubblica a Londra, il suo salotto è frequentato da esponenti della cultura artistica e letteraria britannica e questo nuovo matrimonio, con una persona di rango inferiore e per giunta di religione cattolica, la pone in una posizione scomoda.
L’unione porta a un vero e proprio ostracismo sociale e perfino alla rottura dell’amicizia con Johnson che attribuisce la decisione di diventare la signora Piozzi “ai fantasmi dell’immaginazione” mentre Elizabeth Montagu, altra sua grande amica, la considera “un’improvvisa e improvvida uscita di senno”.
Per sfuggire alle critiche provenienti da ogni parte, quindi, la coppia intraprende una serie di viaggi, dapprima in Italia e poi nel resto d’Europa, che saranno per Hester un approdo di felicità e di scrittura. Luna di miele ed esilio volontario, partenza sull’onda dell’eccitazione e allo stesso tempo fuga traumatica da Londra, è con questo spirito che Hester Piozzi, nel 1784, a 43 anni, si appresta ad intraprendere il suo Grand Tour attraverso i paesi del continente, Francia, Paesi Bassi, Germania, Austria, con soste prolungate in Italia. La carrozza, che inizia a considerare la sua casa, è mezzo e simbolo del viaggio che la allontana dal paese d’origine divenutole ostile
La relazione di viaggio che ha in mente di scrivere, e per la quale raccoglie osservazioni che trascrive in un giornale privato, poi pubblicato con il titolo di Thraliana, ha come fine nascosto la dimostrazione della piena consapevolezza del proprio agire e la difesa delle sue scelte e del suo matrimonio. Questo ne determina anche la forma della narrazione. Sorprende, infatti, che Hester Piozzi non faccia ricorso allo schermo del presunto carattere privato delle lettere, né attribuisca ad altri la pubblicazione dell’opera. In particolare il rifiuto della forma epistolare, all’epoca considerato insieme al diario uno stile semplice e quindi più adatto ad una mano femminile, viene così motivato: “per quanto riguarda il libro, non ho messo i miei pensieri in forma di lettere private, visto che un libro che dovrebbe brillare per la veridicità, non dovrebbe iniziare con una bugia”. Esponendosi in prima persona, conferisce alla narrazione una dimensione inedita. Confezionando una voce narrante autorevole, Hester Piozzi legittima dunque la sua opera e rifiuta apertamente ogni canone predefinito, accostando al tono colloquiale passi eruditi e riferimenti colti.
Consapevole di inserirsi in una folta tradizione di scritti sul viaggio continentale, cita spesso i suoi autorevoli predecessori con il gusto di confutarli. Il matrimonio con un italiano d’altronde la pone in una posizione privilegiata nel suo viaggio, le schiude infatti ambienti e situazioni di norma interdetti ai viaggiatori. A differenza di chi l’ha preceduta nel giro continentale, può stabilire un contatto più intimo e veritiero con le persone del posto e rendersi conto del loro modo di agire e vivere.
Attraverso la scrittura, ha la possibilità di farci entrare nei palazzi, presentandoci momenti di vita domestica. Ad esempio a Roma, città che descrive come un susseguirsi ininterrotto di luci ed ombre, ci avvisa che è opportuno fare attenzione quando si entra nei palazzi perché gli androni e le scale sono spesso usati dalle persone per soddisfare i proprio bisogni. E sempre a Roma, durante un ricevimento, si accorge che le donne quando le si avvicinano si portano al naso foglie di ruta prontamente fornite loro da valletti. Alla fine scoprirà che a provoca questa reazione è la cipria profumata con cui si e cosparsa i capelli e che le dame romane mal sopportano qualsiasi tipo di profumo. Per Hester stare vicino alla gente del posto è l’unico modo per conoscere veramente un paese, liberarsi dai preconcetti e distinguersi da coloro i cui resoconti di viaggio sono solo un elenco di monumenti e opere d’arte. Spesso illustra gli aspetti dei luoghi che visita mettendoli a confronto con il proprio luogo di origine, l’Inghilterra, a volte con note di rimpianto e nostalgia.
La relazione del suo viaggio ci restituisce l’immagine di una donna che si sente cittadina del mondo, aperta, curiosa, tollerate, con spirito cosmopolita. Questo modo di essere è almeno in parte anche frutto di un calcolo e si adatta al ruolo che la viaggiatrice assegna al libro.
Hester Thrale Piozzi è ricordata come una donna straordinaria del XVIII secolo. Nel corso della sua vita, ha dimostrato una curiosità insaziabile, una mente brillante e uno spirito avventuroso che l’hanno resa una delle figure più affascinanti del suo tempo. Ha contribuito in modo significativo alla scena letteraria e culturale del suo tempo, dimostrando che il coraggio e l’intelligenza possono portare a risultati straordinari: la sua testimonianza del Grand Tour in Italia, insieme alla sua corrispondenza con Samuel Johnson, rimangono documenti preziosi per gli studiosi e gli amanti della storia e della letteratura dell’epoca.
Ma l’influenza di Hester va oltre il contributo letterario. La sua determinazione nel seguire il proprio cuore, sfidare le convenzioni sociali e perseguire le sue passioni e la sua stretta amicizia con Samuel Johnson hanno dimostrato che una donna poteva essere intellettualmente indipendente e provare ad abbattere gli stereotipi di genere.