Mariana Starke (1762-1838)
Prima degli Handbooks for Travellers di Murray e di Baedeker, sono i suoi diari di viaggio i veri precursori delle guide moderne.
Mariana Starke è la figlia maggiore di Richard Starke, ex vice governatore di Fort St. George a Madras, in India, e di sua moglie Mary Hughes.
Sebbene i suoi primi scritti siano ispirati a temi indiani, non ci sono prove che abbia mai visitato quella regione. Cresce infatti nella tenuta di suo padre a Epsom, in Inghilterra, dove trascorre i primi trent’anni della sua vita scrivendo opere teatrali (The Sword of Peace or a Voyage of Love, 1788; The British Orphan, 1790), un lungo poema (The Poor Soldier. An American Tale, 1789) e alcune tragedie (The Widow of Malabar, 1791).
Nel 1792 Mariana, insieme ai genitori e alla sorella, Louisa, si trasferisce nel sud della Francia e in Italia per curare la tubercolosi, che aveva colpito tutta la sua famiglia in varie fasi. Nei sette anni successivi, è testimone della morte di sua sorella (a Nizza nel 1792), di suo padre (a Pisa nel 1794) e di sua madre (durante il ritorno in Inghilterra nel 1798). Nonostante queste vicissitudini, Mariana decide di scrivere delle sue esperienze di viaggio e di vita in Italia, e nel 1800 completa i due volumi di appunti di viaggio, sotto l’impronta di Sir Richard Phillips a Londra, con il lungo titolo: Letters from Italy, between the years 1792 and 1798 containing a view of the revolutions in that country […] likewise pointing out The matchless Works of Art which still embellish Pisa, Florence, Siena, Rome, Naples, Bologna, Venice, &c. With instructions for the Use of Invalids and Families who may not choose to incur the Expence attendant upon travelling with a Courier.
Il titolo evidenzia lo stile epistolare del pezzo, una forma narrativa che era già in voga nella letteratura di viaggio dalla fine del XVIII secolo. Il sottotitolo, invece, dichiara chiaramente gli obiettivi: dare una testimonianza diretta degli eventi della rivoluzione, ma anche fornire una guida pratica per coloro che devono recarsi in Italia, soprattutto per motivi di salute. Infatti nell’introduzione della prima edizione si legge: “Allo stesso modo sono incoraggiata dalla speranza di essere utile a tutti quelli che, tra i miei Connazionali, a causa di disturbi polmonari, sono costretti a scambiare la terra natia con il sole rinnovatore dell’Italia. Inserisco quindi alcune osservazioni relative alla salute, frutto di sette anni di esperienza, periodo in cui il mio tempo e i miei pensieri furono principalmente occupati da sforzi per mitigare le sofferenze di chi mi è più caro… Confido, che la poca conoscenza che ho potuto raccogliere finora possa informare i Viaggiatori, in modo da proteggerli da quei gravi inconvenienti che troppo generalmente ritardano, e non di rado impediscono, il recupero delle persone tisiche.”
Nel 1802 il libro viene ristampato da Phillips a Londra, con un nuovo titolo, Travels in Italy, e con un sottotitolo aggiuntivo (e un Supplemento comprendente Istruzioni per viaggiare in Francia), con la sola menzione degli eventi rivoluzionari.
Sia le Lettere che i Viaggi, sono divisi in 25 capitoli nei quali è esposto il resoconto degli eventi dell’Europa rivoluzionaria e napoleonica intrecciato con informazioni storico-artistiche e dettagli dei viaggi della Starke da Nizza all’Italia e poi da Vienna a Praga, Dresda e Amburgo, prima di tornare finalmente in Inghilterra, più un’appendice con le spese e i costi sostenuti durante il viaggio. Queste lettere, la prima delle quali è datata Nizza, settembre 1792, forniscono una descrizione storica dell’invasione francese in Italia, che la Starke vive in prima persona. Infatti, quando i francesi invadono Nizza, è costretta a spostarsi con la madre a Genova, per poi ritrovare i francesi a Firenze il 30 giugno 1796. Da queste lettere si può ripercorrere il viaggio della Starke in Italia, che toccò Roma, Livorno, Pisa, Firenze, Napoli, Sorrento e Venezia. Qui vediamo una delle caratteristiche principali dei lavori successivi di Mariana Starke: non si limita a descrivere il viaggio, ma aggiunge anche consigli pratici. Il risultato è l’unione delle due principali tendenze del periodo: “il saggio di viaggio in prima persona o il libro di memorie di viaggio, e la guida di viaggio”.
Dopo la pubblicazione di Letters from Italy e Travels in Italy, passeranno più di dieci anni prima che la nostra scrittrice, che nel frattempo si era dedicata alla poesia, si decida finalmente a pubblicare una versione aggiornata e ampliata delle sue guide. Nel 1814, infatti, viene contattata dal noto editore londinese John Murray, che negli anni Trenta darà inizio ai famosi Handbooks for Travellers. Con un occhio molto attento agli affari e uno alla situazione politica contingente, Starke è consapevole che un lavoro che “comprende ogni tipo di informazione necessaria ai viaggiatori continentali”, sarà fondamentale per sostenere l’emigrazione “immediata e immensa” che conseguirà alla possibile pace tra Inghilterra e Francia. Scrive a Murray: “Permettimi di chiederti, se tale evento si verifica, vorresti acquistare l’opera sopra menzionata?”.
Alla fine, Murray esitò e la nuova edizione fu presa da G. e S. Robinson. Ma non tardò a riconoscere la preveggenza commerciale della donna. La collaborazione con l’editore iniziò qualche anno dopo nel 1820, con Travels on the Continent e successivamente Travels in Europe (1828) che diventeranno veri e propri prototipi di manuali per viaggiatori e di altre collane di guide.
Travels on the Continent viene preceduto da un annuncio pubblicitario che rassicura i lettori sulla sicurezza dei loro viaggi in Europa, in particolare riguardo ai “soldati sbandati, convertiti in banditi ” che dopo il 1814 infestano “le strade di posta del sud della Francia, le Alpi, gli Appennini e i paesi confinanti con quelle montagne, soprattutto i confini dei territori romani e napoletani”.
Nel libro è presente un’introduzione, scritta a Londra nell’ottobre 1819, in cui la scrittrice, consapevole di “quanto sia impossibile dare un resoconto accurato e circostanziato di qualunque paese, senza risiedere in esso”, dichiara di aver deciso di rivisitare il continente: “e diventare una testimone oculare delle alterazioni causate dagli eventi degli ultimi venti anni: eventi che hanno cambiato così completamente l’ordine delle cose, con rispetto a strade, alloggi e opere d’arte, da rendere le nuove Guide per viaggiatori estremamente ricercate in quasi tutte le grandi città dell’Europa meridionale.” Invece di limitarsi a ripubblicare i suoi libri precedenti, quindi, ne scrisse uno nuovo, e per dimostrarsi una storica fedele, trascorre due anni, cioè dal maggio 1817 al giugno 1819, nel continente e soprattutto in Italia. Questa era la tipica retorica del “je l’ai vu” (l’ho visto con i miei occhi) del Grand Tour che permetteva di conferire attendibilità e veridicità alla marrazione.
Il volume viene accolto assai favorevolmente dalla critica ed ancor più dai viaggiatori che ne decretano il successo: diventa, infatti, la migliore e più venduta guida di viaggio inglese prima di quelle del Murray e del Baedeker. L’opera conterà varie edizioni tra cui una francese e numerosi ampliamenti.
Imperterrita, Starke continua ad aggiornare il suo libro dopo lunghe visite nel continente nel 1824-1825 e nel 1827-1830. Nel 1827 riferisce a Murray che le edizioni pirata della sua opera sono in competizione con le vendite legittime e lo spinge a fare di più per mantenere scorte sufficienti delle versioni autentiche per la vendita all’estero. Nel 1832, i ritardi nella pubblicazione dell’ottava edizione la irritano a tal punto da minacciare di fornire ad un altro editore il nuovo materiale in modo che l’attualità della sua opera non sia compromessa. A Londra nel 1828, Murray pubblica Travels in Europe between the years 1824 and 1828 adapted to the use of travellers comprising an historical account of Sicily with particular information for strangers in that Island. In questo suo ultimo volume Mariana dedica largo spazio al viaggio materiale, cioè a tutto ciò che serve per poter affrontare al meglio eventuali fatiche, incidenti, malesseri, ritardi e ogni genere di disagio che un viaggio può presentare. Quindi passa in rassegna le incombenze della preparazione, come il rilascio del passaporto, elenca prodotti e accessori di cui si deve dotare chi si mette in viaggio, con un’attenzione particolare agli indumenti e alle medicine da portare. Inserisce poi dei suggerimenti specifici per coloro che sono in grado di fruire di una carrozza personale e su cosa fare quando si alloggia in una locanda di posta. Troviamo perfino una descrizione sui comportamenti da tenere al momento di attraversare la dogana.
Questa sua ricerca della precisone e perfezione delle informazioni è estenuante e richiede frequenti visite all’estero e molti viaggi. E proprio uno di questi viaggi si rivelerà essere l’ultimo, Starke infatti muore a Milano il 18 aprile 1838, in viaggio da Napoli all’Inghilterra, all’età di 76 anni.